Ibuprofene nella patologia infiammatoria vaginale
Il razionale d'impiego dell’ Ibuprofene, un’antinfiammatorio non steroideo ( FANS ) , nella patologia infiammatoria vaginale risiede in alcune sue caratteristiche peculiari. Oltre ad avere spiccate proprietà antipiretiche ed analgesiche, in alcuni studi in vitro l’Ibuprofene sembra dimostrare sia un'attività sinergica con alcuni antimicotici, che una certa attività antimicrobica sui germi isolati da campioni vaginali, specie nei confronti di importanti patogeni quali Candida albicans e Gardnerella vaginalis, sebbene il meccanismo di tale attività non sia ancora stato chiarito ed i dati richiedono ulteriori conferme. Alcune ricerche condotte in vitro hanno evidenziato che, utilizzato a concentrazioni subcliniche, l’Ibuprofene isobutanolammonio sembra essere in grado di interferire con l'adesione di Gardnerella vaginalis alle cellule epiteliali della vagina, uno dei principali fattori patogenetici di questo microrganismo; inoltre, l'associazione di Ibuprofene ed Econazolo si è mostrato in grado di interferire, in modo significativo, con la formazione di tubuli da parte di Candida albicans, un fattore patogenetico che permette al microrganismo di penetrare nelle cellule mucose. A conferma dell'azione sinergica dell’Ibuprofene con gli antimicrobici, è stato comunque riportato che il trattamento di infezioni da Candida con Ibuprofene isobutanolammonio associato ad antimicotico permette di ottenere, nei primi tre giorni di terapia, un miglioramento significativo dei sintomi soggettivi e oggettivi ( prurito, bruciore, leucorrea, arrossamento delle mucose ) rispetto al trattamento con il solo antimicotico. Nel caso specifico delle infezioni recidivanti da Candida queste sembrerebbero collegate, tra l'altro, ad una diminuita risposta immunitaria locale, soprattutto da parte dei linfociti periferici la cui proliferazione risulta in qualche modo inibita. Quando vengono stimolati dalla Candida, i macrofagi producono PGE ( prastaglandine ) , che inibisce l’interleukin a 2 ( IL-2 ), fattore stimolante la proliferazione dei linfociti. L' Ibuprofene, bloccando attraverso l'inibizione della cicloossigenasi la sintesi delle prostaglandine, permette all'IL-2 di funzionare appieno e, quindi, ai linfociti di proliferare in misura adeguata. I fattori che contribuiscono allo sviluppo delle infezioni vaginali sono numerosi ed il trattamento, anche se condotto con gli antimicrobici appropriati, spesso è complicato da un'elevata percentuale di recidive che possono essere dovute sia alla selezione di ceppi resistenti, sia alla durata non ottimale della terapia, sia al persistere di condizioni del microambiente vaginale , che promuovono l'infezione stessa. Il ripristino delle condizioni fisiologiche di pH e della normale flora batterica saprofitica attraverso l'eliminazione dei fenomeni infiammatori locali, risulta essere utile nel trattamento delle vaginiti. Un'opzione che si è rivelata di scelta nel trattamento topico delle patologie vaginali infiammatorie risulta essere la somministrazione di Ibuprofene isobutanolammonio attraverso irrigazioni vaginali. ( Xagena2004 – Farmacia )